Addio a Libero De Rienzo: morto il Siani di “Fortapàsc”

E’ morto l’attore Libero De Rienzo. Napoletano, 44 anni, ha dato il volto al giornalista Giancarlo Siani nel film Fortapàsc (2009) di Dino Risi. L’interpretazione del cronista, ucciso dalla camorra, gli valse le candidature al David di Donatello, già vinto nel 2002 con “Santa Maradona“, e al Nastro d’argento.

Nato a Chiaia, si trasferià a Roma quando aveva 2 anni. il padre, Fiore, era aiuto regista di Citto Maselli. Tra le sue interpretazioni più apprezzate, oltre a quelle in Fortapàsc e Santa Maradona, restano quelle in A/R: Andata + Ritorno e quella di Sangue – La morte non esiste, di cui fu anche regista. De Rienzo ha lavorato molto anche sul piccolo schermo, in particolare in alcuni mini-serie, dedicata ai grandi fatti di cronaca della storia italiana, tra cui Aldo Moro – il presidente, Il sequestro Soffiantini, e Nassiryia – per non dimenticare.

Il corpo dell’attore è stato ritrovato, senza vita, nella serata di ieri, nella sua casa di Roma, da un amico che non aveva da giorni sue notizie. Sul corpo nessun segno di violenza, De Rienzo sarebbe stato ucciso da un infarto. L’ultimo post sui social risale a due giorni fa, nello scatto si vede un posacenere ed il messaggio “Notte africana, tanto vale accendersi un fuoco in bocca”. Lascia la moglie Marcella Mosca e due bambini di 2 e 6 anni. Unanime il cordoglio del mondo dello spettacolo e delle istituzioni. Tra i messaggi quello di Paolo Siani, parlamentare e fratello del giornalista: “Quando stamattina ho letto il messaggio di Marco Risi, ho stentato a crederci. Picchio (soprannome di De Rienzo, ndr) non c’è più. Un grande dolore, una notizia che mi rattrista molto. Volevo bene a Picchio – scrive Siani – perché era un ragazzo buono, un antidivo. E perché nell’interpretare Giancarlo in Fortapàsc è andato bel oltre il suo lavoro. Ci ha messo l’anima.  Ha voluto bene a Giancarlo. La sua interpretazione, infatti, è stata per me una grande emozione. E’ riuscito a far conoscere Giancarlo davvero per come era, un ragazzo allegro e semplice.  Ci sentivamo spesso ancora oggi, dopo tanti anni, perché si era creato tra di noi un legame affettivo vero.  Ora chissà che si diranno lassù.Ciao picchio, amico mio”.

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