Saviano, volontario del Dipartimento di Protezione Civile aggredito da un consigliere comunale

La giornata del Venerdì Santo, in cui ricordiamo la passione di Gesù morto su quella croce per tutti noi, dovrebbe essere una giornata di grande raccoglimento spirituale. Mentre ci affidiamo alla croce di Gesù, egli ci invita a pensare a tutto il dolore e alla sofferenza umana. Sentiamo tutto il peso dell’odio e della violenza su questa terra martoriata dalle nostre brutte azioni.

E mentre ci raccoglievamo in profondo silenzio nel rispetto dell’emergenza pandemia, a Saviano si consumava un ingiustificato episodio di aggressione ai danni di un volontario del nucleo della Protezione Civile Locale.

La vittima dell’aggressione è Saverio Falco, giornalista pubblicista freelance, che ha riportato un trauma facciale causato da un pugno in pieno volto e contusione in sedi multiple giudicate dal Pronto Soccorso guaribili in tre giorni. Come ha denunciato ai carabinieri, al momento della violenza si trovava in piazza XI Agosto 1867 a Saviano mentre prestava servizio di volontariato.

A rendere ancora più grottesca la vicenda è che a fare un simile gesto sia stato un consigliere comunale di Saviano che ha completamente ignorato la pericolosità che un simile atto poteva generare con una pandemia in corso mettendo in pericolo anche se stesso e tutte le persone che sono intervenute per soccorrere. Quando si ricopre una carica pubblica bisogna essere doppiamente di esempio per la propria comunità. È una responsabilità etica e morale.

Tutto è avvenuto mentre i volontari del Dipartimento di Protezione Civile stavano svolgendo un pubblico servizio. Non si è tenuto conto dell’enorme lavoro per l’intera comunità savianese rischiando in prima linea. La loro divisa merita rispetto.

Come ci racconta Falco la base dell’aggressione pare ci sia una banale motivazione. Una fotografia scattata e dal giornalista stesso, e pubblicata su una pagina Facebook, dove ritrarrebbe, presumibilmente, l’esponente della politica locale. Quest’ultimo, l’altro non stava facendo nulla di compromettente e ne era un immagine lesiva. Insomma niente che non poteva essere risolto verbalmente, senza dover arrivare all’uso di tutt’altri modi.

La redazione augura al collega Saverio Falco una pronta guarigione.